V-kun al Mondo s.p.d.
S.V.B.E.E.Q.V.
Eccomi!

Oggi, 02.02.2025, ci regala una carica energetica speciale grazie alla ripetizione del numero 2, che porta con sé armonia, equilibrio e una buona dose di introspezione! 🧘♀️ I cinque numeri 2 ci invitano a riflettere sulle dualità della vita – il bene e il male, la luce e l'ombra – per trovare equilibrio tra queste forze opposte. La giornata è ideale per fare scelte importanti, magari grazie a una riflessione profonda.
In astrologia, il Sole in Acquario ci stimola a pensare fuori dagli schemi e a rompere le convenzioni, mentre la Luna in Toro ci dà il desiderio di stabilità e comfort, per cui oggi sarà perfetto dedicarsi alla cura di sé. 🌞🌙
E non dimentichiamo il giorno lunare: il 5, simboleggiato dall'Unicorno, che ci incoraggia a prendere decisioni autentiche e a restare fedeli a noi stessi, favorendo la crescita personale e spirituale. Un giorno per abbracciare l'armonia e iniziare progetti significativi! ✨
Eureka di oggi:
"La felicità è una direzione, non un luogo."- Laotsu
Questa frase parla di un percorso, di un fluire naturale, che sembra allinearsi perfettamente con il nostro pensiero di oggi: non è nell’attesa di qualcosa di esterno che troviamo la felicità, ma nel vivere consapevolmente ogni passo del cammino.
Latino in uso:
aut Caesar, aut nihil
Letteralmente o Cesare, o nulla! Motto di Cesare Borgia, detto il Valentino, figlio ambiziosissimo di papa Alessandro VI. Con questa espressione si vuole sottolineare la propria determinazione a raggiungere l’obiettivo più alto. Come dire: o tutto o niente!
Vi invito a riflettere oggi sulle domande:
Se oggi il numero 2 fosse il tuo superpotere, come lo useresti per bilanciare il bene e il male?
Se il Sole in Acquario ti desse un "superpensiero", quale convenzione romperesti prima?
Se la solitudine fosse un ingrediente segreto nella tua vita, quale piatto prepareresti con essa?
Mi lascio ispirare
02.02.1709 – Salvataggio di Alexander Selkirk. Alexander Selkirk viene tratto in salvo dopo essere stato naufrago su un'isola deserta. La sua vicenda ispirerà il romanzo "Robinson Crusoe" di Daniel Defoe.
Il dolore è come una pasta alla norma preparata con cura: la melanzana, quella che inizialmente sembra amara, viene fritta e poi immersa in un sugo ricco di pomodoro, basilico e ricotta salata, come se ogni ferita fosse un ingrediente che dà sapore alla vita. Ogni lacrima è come una goccia di olio che sfrigola nella padella, che scotta ma rende la melanzana croccante, pronta a essere mescolata con il sugo della rinascita. E il fuoco, quel fuoco che brucia, che non risparmia, è il fuoco del forno che coccola lentamente il piatto, facendo uscire il profumo del cambiamento.
Nel buio di un’isola deserta, come Selkirk, ci sentiamo soli, senza sapere che proprio in quel silenzio, come una buona ricetta che richiede tempo, stiamo lentamente diventando qualcosa di nuovo. La solitudine è il limone che si aggiunge al piatto, acidulo e pungente, ma che esalta tutto il resto, facendo sbocciare la freschezza dell’essenza che vi sta dentro. La sofferenza, come il sale, serve a dare equilibrio, a fare risaltare i sapori più profondi della nostra anima.
E poi, al termine del piatto, arriva il momento della trasformazione: la melanzana, che era amara, ora è dolce, il sugo è avvolgente, e ogni boccone è una rinascita. Come l’alba che prepara il giorno, il dolore diventa il sapore della consapevolezza, quella gioia che nasce quando tutto il piatto si amalgama, pronto a nutrire l’anima. In ogni sofferenza c'è una vittoria invisibile, un amore che ci unisce, come il parmigiano che fonde e si mescola perfettamente, facendo risplendere il piatto in tutta la sua bellezza.
E infine, come il re della gloria che entra nel tempio, la luce entra nel piatto, e ogni boccone è un passo verso una nuova consapevolezza, dove il dolore diventa il seme di una vittoria interiore, nutrendoci di ciò che è eterno.
Il pensiero
"Se si era inizialmente creduto che nel corso del progresso delle scienze tutto ciò che è "trascendentale" sarebbe stato progressivamente soppresso, perché in ultima analisi si poteva ricondurre tutto ad una spiegazione razionale, si dovette poi ammettere che il mondo materiale che per noi è così tangibile, si dimostra invece sempre più simile ad apparenza e si dissolve in una realtà che non è fatta di cose e di materia, ma di forme che predominano. [...] La fisica quantistica ci ha confermato ancora una volta che la nostra esperienza scientifica, la nostra conoscenza del mondo, non rappresenta la realtà ultima ed intrinseca, qualunque significato si voglia attribuire a queste espressioni".
(Hans-Peter Dürr, fisico nucleare e quantistico tedesco, "Physik und Transzendenz", Scherz Verlag, 1986).
Il senso del pensiero
Il pensiero scientifico, come un abile chef che mescola ingredienti apparentemente opposti, ha cercato a lungo di separare la materia dalla sua essenza più sottile, come se potessimo cuocere la realtà in un piatto separando il caldo dal freddo, il visibile dall'invisibile. Ma la fisica quantistica, come un sapiente cuoco siciliano che sa che ogni piatto ha bisogno di una dose di caponata (perché anche l'amaro può diventare dolce), ci ha insegnato che tutto ciò che pensavamo essere separato è, in realtà, una danza di forme, vibrazioni, e energie che si mescolano continuamente, in una simfonia di suoni e colori invisibili ai nostri occhi.
Immagina l'universo come una grande casseruola dove ogni particella, ogni particella subatomica, è come un ingrediente che vibra, mescolando il caldo dell'energia con il freddo del vuoto quantico. Il "vuoto" non è affatto vuoto, ma piuttosto un brodo ricco di possibilità, una fonte misteriosa da cui emerge tutta la realtà, proprio come la salsa di pomodoro che si prepara lentamente, amalgamando il calore e il sapore, dando vita a un piatto che è molto più della somma dei suoi ingredienti.
E poi c'è l’"energia di fondo", la base da cui tutto sorge, simile a quella "base" che un cuoco segreto mescola con sapienza, invisibile, ma fondamentale per la riuscita di ogni piatto, che è come il calore che penetra lentamente nel cuore di una lasagna, trasformando ogni strato da qualcosa di separato in un'unità coesa. Questa energia sottile, che si manifesta come materia e luce, è ciò che ci consente di vedere e sentire, proprio come il fuoco che, pur invisibile, cuoce e plasma il cibo. È ciò che ci tiene insieme, che dà vita a ogni vibrazione, e che ci permette di percepire non solo l'oggetto, ma anche l'energia che esso emana. Come quando un piatto non è solo gustato, ma assaporato, come se ogni boccone rivelasse un mondo intero.
La scienza, nel suo cammino dalla materia all'energia, non sta facendo altro che scoprire che dietro ogni forma, dietro ogni "cosa", c'è un fluire continuo di energia vibrante che plasma la realtà come una pasta fresca fatta a mano, che si stende e si modella fino a diventare qualcosa di completamente nuovo. E proprio come un buon piatto di pasta, l'universo ci insegna che, mentre tutto sembra diviso e distinto, ogni singola particella è legata a tutte le altre, creando un'interazione infinita che non può essere ridotta a nulla di "solido", ma è un continuo scorrere, un'armonia invisibile che dà vita all'esperienza stessa... è la bedda Sicilia in tavola del pensiero quotidiano.
Mi lascio incantare
Come potrei sorprendervi oggi?
Immagino l'Universo come una gigantesca giostra giuridica, costruita da un esperto di caos che, tra un giro e l’altro, si diverte a mischiare leggi, regole e contraddizioni. La Terra, come una balbuziente particella di polvere in mezzo al turbine, si trova nel bel mezzo di un tribunale cosmico, dove le sentenze sono decise non da giudici, ma da equazioni impazzite e oroscopi di giustizia cosmica. Ogni legge universale viene scritta come un'infinità di ricette segrete che si evolvono di secondo in secondo, mentre un arcivescovo di nome Ussher, armato di penna e calcolatrice, fissa l'istante della creazione al "23 ottobre 4004 a.C., mezzogiorno in punto". Un orario, si potrebbe pensare, scelto più per la precisione giuridica che per la ragione cosmica!
In questa giostra, le stelle non sono solo luci lontane, ma avvocati che liticano senza fine sui diritti degli asteroidi e sulle risoluzioni planetarie, mentre ogni errore umano viene sanzionato dal caos di un universo che ridacchia alle spalle dell’umanità. Se il dolore è la condanna definitiva, la gioia è la garanzia di una scarcerazione imminente, ma solo dopo aver affrontato l'interrogatorio celeste di un giudice invisibile, che ti chiede: "Hai mai trovato un dinosauro?" e, di fronte all'imbarazzo della risposta, decide di rimettere tutto in discussione, rinviando il caso in un altro ciclo cosmico.
L’universo, quindi, è come un tribunale dove le leggi non sono mai chiare, dove le date cambiano come ricette e dove, alla fine, anche la verità è solo una sentenza sospesa, da ribaltare in un giro di roulette astrale.
La poesia consapevole
Abbraccia l’aria pulita, come fanno i rami di questi pini:
fra le dita ne resta quanto sul vetro, sul tulle.
Ma dalle nubi non torna più azzurro l’uccellino,
e anche noi non siamo proprio dèi in miniatura.
Perciò siamo felici: siamo un niente. E cime,
ed orizzonti, eccetera, sprezzano questa pelle liscia.
Corpo è rovescio dello spazio, comunque la si giri.
E perciò stesso noi siamo infelici.
Appòggiati piuttosto a questo portico, attraverso
la camicia il muro rinfrescherà le spalle;
e guarda come il sole tramonta sopra parchi e ville,
e come l’acqua, maestra d’eloquenza,
scorre da fessure rugginose, e non ripete
nulla salvo la ninfa che suona l’ocarina,
e salvo il fatto che cruda, fredda,
trasforma il viso in liquida rovina.
Josif Brodskij
Mi lascio sorprendere
Dio mi ha fatto una sorpresa oggi: pioggia forte al mattino e debole al pomeriggio, cielo sereno alla sera. Durante la giornata di oggi si registra una temperatura massima di 18°C! La salvezza sta nella normalità!
In Sicilia, dove il mare bacia la terra con un abbraccio di fuoco e sale, la salvezza si annida nelle pieghe di un'ombra che si stende sui carrubi. La luce di Cristo non è quella che esplode da lontano, ma quella che sfiora la pelle delle cose semplici: una mela che matura sotto il cielo, il sorriso di una madre che stende il panno sul tavolo, il vento che solleva la polvere dai vicoli di un paese. In questo luogo, la salvezza non è un lampo di gloria, ma un piccolo passo in una danza che affonda le radici nella terra antica, una danza che sfida il tempo e le sue illusioni.
Gesù bambino, fragile come un ramo di olivo, non è un re che solleva scettri, ma un seme che germoglia nel cuore di chi sa vedere. Simeone, vecchio e sagace, non guarda con occhi di speranza che si consumano, ma con occhi di chi sa che nel dolore del mondo, nell’ombra della croce, c’è sempre una luce che aspetta di essere riconosciuta. La spada che trapassa il cuore di Maria non è solo un simbolo di sofferenza, ma di quella distruzione sacra che, come il vento sui muri di pietra, rende possibile il nuovo, il rinnovamento. Così, il Dio che distrugge, come il Dio che ama, entra in noi non come un principe di guerra, ma come una brezza che strappa la polvere dalle strade, lasciando solo il profumo della speranza.
Ecco la verità, nascosta come un uccello che non canta mai, ma che batte le ali nel profondo: la salvezza non è un momento lontano, ma una realtà che nasce e si rinnova ogni giorno, nelle mani che si tendono, nelle ferite che si aprono per guarire, nel cuore che lascia andare ciò che non serve più. Come il mare che cancella e ricrea, come il fuoco che distrugge per fecondare, così la salvezza è sempre lì, nell’umile promessa di un nuovo inizio.
Un'improvvizazione
Nunc Dimittis - Guerriero della Grazia
Ora lascia, o Signore,
che io resti leggero,
che il mio cuore dopo aversi aperto al fuoco che forgia, rimane levitante,
e che nel dolore che incontro,
io sappia non piegarmi, ma avere riposo,
pet crescere, come l'acciaio che si temprato nel calore.
Ora lascia, o Signore,
che impari a lottare con il silenzio del Mistero,
che ogni battito sia la preparazione al tuo arrivo,
che i miei passi siano decisi
sulle rovine delle mie paure,
che il mio cuore sia in attesa di te,
forgiato come l'oro che il fonditore ha gia purificato nel fuoco.
Che il mio spirito sia infiammato
dal desiderio di abbracciarti,
che il mio corpo sia il campo dove si giocano le battaglie del mondo,
e che ogni sofferenza diventi un sigillo di vittoria.
Ora lascia, o Signore,
che io dopo aver imparato di liberarmi
del peso delle illusioni,
del desiderio del piacere agli uomini,
resti privo di maschere,
completo nella mia vulnerabilità,
perché in quella fragilità trovo la forza,
perché in quel dolore vedo la redenzione.
Ora lascia, o Signore,
che io sia il tuo guerriero umile,
senza paura di affrontarti,
senza paura di respirarti,
come il vento che percorre la vastità dell'universo.
Che io sia il tuo servo,
e che, come Simeone,
io veda l'Invisibile,
la Resurrezione che sale dal buio,
che il mio sguardo trapassi il velo della morte
per vedere la tua salvezza.
Ora lascia, o Signore,
che io non cerchi più prove,
né miracoli da vedere,
né spiegazioni da udire,
perché ormai io ti ho, in me,
in ogni mio respiro,
in ogni battito del cuore.
Ora lascia, o Signore,
che il mio cammino sia il tuo cammino,
e che il mio andare in pace
sia la testimonianza di ciò che è già compiuto,
di ciò che già risuona in ogni battaglia,
in ogni sacrificio.
Ora lascia, o Signore,
che il tuo servo vada in pace,
perché la tua salvezza è più di una promessa,
è una forza che mi sostiene,
e che mi spinge sempre avanti,
a vivere, a combattere,
nella luce che mi hai donato.
Ti accompagno, Signore,
adesso che ti porto nel cuore,
adesso che, pur vedendo l'ombra della morte,
sento che la vittoria è già anche mia.
Ti aiuto, amato mio Signore,
a vivere il nunc dimittis
adesso, insieme,
nel presente che abbraccio,
e nell'ora della mia felicita.
Ora lascia,
che io mi lasci andare
senza timore,
nelle tue mani, in Eden,
dove il dolore e la gioia
si fondono,
e dove la morte è solo il passo verso la nuova vita
In te.
Cuore coraggioso, oggi non temere il tempo.
Non temere di essere in anticipo o in ritardo, di non aver ancora raccolto abbastanza frutti o di averne già persi troppi. Il tempo non è un nemico né un padrone: è il tessuto in cui il tuo essere si muove. Vivi il tuo passo, il tuo respiro, il tuo ritmo. Ciò che è pronto arriva, ciò che è maturo cade, ciò che è eterno resta.
VVB!
Buona vita oggi!
Ti ringrazio dell'ascolto!