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Persino caos e ansia sono maestri

Immagine del redattore: Olga Nickole KuyanOlga Nickole Kuyan

Aggiornamento: 26 gen

V-kun al Mondo s.p.d 

S.V.B.E.E.Q.V 

Eccomi I numeri di oggi: 7.1.9.8.

una ciotola di ramen in cui ogni elemento simboleggia equilibrio e crescita. I noodles rappresentano il flusso e la connessione, le verdure fresche simboleggiano crescita e vitalità, e un uovo tagliato a metà simboleggia introspezione e dualità.
Ramen? Connessione, contemplazione, armonia tra gli elementi

Oggi è una giornata in cui il numero 8 ci sussurra all’orecchio: “Sii potente, prospero e… paziente!” Con il suo equilibrio tra materia e spirito, ti invita a sognare in grande, ma anche a mettere quei sogni su carta per non perderli di vista mentre Marte retrogrado ti distrae con chiacchiere galattiche.

Sul cielo di gennaio, i pianeti stanno danzando: il Sole in Acquario ti dice “pensa fuori dagli schemi”, mentre Giove e Urano in Toro fanno il tifo per i tuoi investimenti (ma attento, niente spese folli oggi). Venere e Saturno in Sagittario, invece, sono lì per dirti che l’amore e l’apprendimento sono le chiavi del tuo viaggio, anche se Nettuno in Acquario ti tenta con idee troppo... creative per sembrare reali.

La Luna, che si trova nella fase calante in Toro, ti guarda con aria seria e dice: “Declutter, caro amico, sia negli armadi che nei contatti!” E il simbolo del giorno, il Rospo, fa un saggio gracidare: “Non vantarti, ascolta, rifletti e non comprare cose inutili su un impulso!”

In poche parole: pianifica, rifletti, non litigare, e magari fai una chiacchierata leggera con gli amici. Perché, anche se il cielo ti invita alla grandezza, la giornata preferisce che tu la prenda con calma.


Eureka di oggi: "Chi non conosce la verità é soltanto uno sciocco; ma chi, conoscendola, la chiama bugia, é un malfattore - B. Brecht.


Latino in uso 

Corpus

Corpo. Raccolta, insieme di opere o di documenti.


Vi invito a riflettere oggi sulle domande:

• Se oggi Marte retrogrado ti parla, ti consiglia di chiacchierare con chi ti sta vicino o di farti una bella chiacchierata galattica con te stesso?


• Se la Luna ti chiede di fare decluttering, quale cosa più inutile possiedi che dovresti davvero lasciare andare?


• Se oggi incontrassi un rospo che ti dice di non vantarti, quale piccolo gesto umile faresti per seguirlo?


Mi lascio ispirare 

25.01.1858: al matrimonio tra la figlia della regina Vittoria d’Inghilterra e il principe ereditario di Prussia, viene per la prima volta eseguita, la “Marcia Nuziale” di Mendelssohn, diventata poi popolare.

Nel grande teatro della vita, con i suoi sipari di nuvole e le sue quinte di stelle, il giorno del 25 gennaio 1858 somigliava a una di quelle tele vibranti di Turner, dove il colore del sacro si mescola al profano. Sul palco maestoso di un matrimonio regale, il mondo ascoltava per la prima volta la “Marcia Nuziale” di Mendelssohn, e ogni nota sembrava intrecciarsi ai respiri di un’epoca in bilico tra tradizione e rinnovamento.

Eppure, proprio come San Paolo fu gettato giù dal suo cavallo per essere trasformato, così anche questa melodia non era soltanto musica, ma un messaggio: un invito a essere consacrati, unti non dall’olio dorato dei re, ma dall’acqua limpida del bene e del giusto. Ogni anima in ascolto, fosse essa un umile servo o un regale signore, era come un deserto riarsa che attendeva di essere dissetata.

“Dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete” divenne allora il grido muto delle vite intrappolate nei loro binari, negli inferni personali e nelle comode illusioni. La melodia di Mendelssohn, come un soffio dello Spirito, scuoteva i cuori, non per portarli a un trono d’oro, ma a una fonte dove l’amore non conosce paragoni e la fedeltà di Cristo si riflette come una stella nell’infinito specchio del cielo.

Così, mentre la marcia risuonava tra le pareti della reggia, ogni nota sembrava danzare come pennellate divine, tracciando un sentiero che univa la gloria terrena alla redenzione celeste. Non era solo musica: era l’acqua viva che consola, la carezza che guarisce, la voce che guida, trasformando ogni passo in un atto d’amore e di speranza. E allora, come l’apostolo sulle vie di Damasco, ogni ascoltatore poteva dire: “Sono caduto, ma mi sono alzato più forte, dissetato dalla sorgente che non si esaurisce mai.”


Il pensiero 

Dice Martin Heidegger sull'ansia: "Una manifestazione fondamentale dell’essere nel mondo". Situazione di insoddisfazione e di incompletezza, senso di una qualche mancanza che provoca preoccupazione o paura o semplicemente apprensione per qualcosa che non si è realizzata. Contrario della sicurezza e pienezza di sè. Dice Arnold Toynbee: "Ansia e coscienza sono una potente coppia di dinamo. Insieme, possono garantire che uno lavori duro; ma non garantiscono che si lavori a qualcosa che ne valga la pena". Come dire importante è ciò a cui si indirizza la propria attività. E l'etologo Enrico Alleva: "In fondo, l'ansia altro non è che una lettura neurobiologicamente disturbata di stimoli che dovrebbero invece suscitare curiosità, amorevolezza, desideri di vincolo sociale". Come dire è importante lo scopo per cui si agisce, dare uno scopo alle nostre azioni.


Il senso del pensiero 

L'ansia è come quella nebbia londinese di novembre, densa e intrusiva, che si insinua nelle crepe dei muri e nel midollo delle ossa. È una compagna non invitata, che si siede al tuo tavolo senza chiedere permesso, sorseggiando il tuo tè mentre osserva ogni tuo movimento con occhi invisibili. Come il ticchettio di un vecchio orologio nella casa di un miserabile, l’ansia scandisce il tempo, ma non lo riempie: lo svuota, lo distorce, lo rende un pendolo oscillante tra il peso del "adesso" e l’ombra del "poi".

Come Caino, intrappolato nel tormento di non essere abbastanza, ci ritroviamo spesso a combattere contro spettri di mancanza e di insoddisfazione. Ma forse, questa nebbia non è del tutto nemica. Come suggerisce l’etologo, l’ansia potrebbe essere semplicemente un messaggero mal compreso, una lettera sigillata che porta l’invito a guardare oltre il vetro appannato delle nostre paure.

Ecco che allora l'ansia diventa un maestro severo, come quel preside che ci costringe a rifare i compiti per insegnarci il valore della riflessione. È il brusio della nostra anima, che sussurra che forse abbiamo bisogno di cambiare rotta, di ascoltare il cuore anziché solo il frastuono del mondo. È il richiamo del mare aperto, che ci invita a salpare dalla sicurezza della riva, verso un orizzonte sconosciuto, ma colmo di possibilità.

Come un letto da rifare ogni mattina – piccolo gesto che, nelle parole dell'ammiraglio McRaven, può cambiare il mondo – anche l’ansia ci sprona a mettere ordine, a trovare senso in quel caos che chiamiamo esistenza. E nel momento in cui riusciamo a vedere oltre la nebbia, scopriamo che non è mai stata lì per fermarci, ma per ricordarci che siamo vivi, pronti a costruire, amare, e osare ancora. Persino caos e ansia sono nostri maestri!


Faccio il primo passo

Come potrei sorprendervi oggi?

La conversione di San Paolo potrebbe assomigliare a un tribunale bizzarro, sospeso tra nuvole rosa e pergamene dorate, dove l'imputato è il tempo stesso e i giudici sono stelle antiche con parrucche di luce.

Immagino Paolo, avvolto in una toga di vento e polvere di strada, che cammina sulla via di Damasco come un avvocato zelante intento a difendere una causa già persa. Poi, ecco il colpo di scena: un lampo divino, più luminoso di mille sentenze, lo interrompe con un'ingiunzione celeste. "Stop! Sei citato in giudizio per eccesso di zelo e insufficienza di amore!" tuona una voce che riecheggia come il fruscio di migliaia di biblioteche cosmiche.

Paolo cade, non per colpa ma per grazia, e si ritrova convocato dinanzi al "Tribunale della Fede". La sua accusa? Aver perseguito la legge senza mai leggere la postilla dell'amore. I suoi occhi, sigillati dalla luce come faldoni chiusi in un archivio divino, attendono che un notaio angelico, Anania, li apra con un timbro di guarigione.

Nel caos surreale, le prove contro di lui sono strane e simboliche: un rotolo di pergamena srotolato da un vento profumato di mirra, un martello di giudice che rintocca al ritmo del suo cuore, e un registro stellare in cui ogni sua azione, giusta o sbagliata, è trascritta con l'inchiostro di comete.

Ma ecco la rivelazione: non si tratta di condanna, bensì di trasformazione. Il tribunale non è un luogo di punizione, ma una sala di metamorfosi. "Da oggi," proclama la voce, "il tuo nome sarà Paolo. Non più un persecutore, ma un difensore. Non più un giudice, ma un testimone." Le radici del suo passato non vengono strappate, ma intrecciate in un arazzo nuovo, tessuto con fili d’oro di grazia e seta di perdono.

E così, Paolo esce da quel tribunale surreale con una missione stampata nel cuore: non un verdetto da eseguire, ma una canzone da cantare al mondo. La sua cecità, un'eccezione momentanea, si rivela la clausola segreta della sua rinascita. Ora vede chiaramente: la legge è utile, ma è l'amore a scrivere i veri contratti della vita. E con questo, cammina verso il suo destino, il passo sicuro di un avvocato diventato poeta.


La poesia consapevole 

"La Voce del Silenzio"

C’è un richiamo che non ha suono,

un sussurro che vibra nel vuoto,

non una parola, ma un’eco profonda,

un battito che abita il respiro.

Non giunge da lontano,

eppure riempie gli orizzonti.

Non bussa alla porta,

ma si apre dentro,

come un fiore che sboccia nel cuore.

È la carezza del vento

che sfiora il tuo spirito,

il fiume che scorre senza fine

chiamandoti al mare del tutto.

"Vieni," dice.

"Non per costruire, ma per lasciare andare.

Non per possedere, ma per essere."

La chiamata non impone,

ti attende come l’alba attende il cielo.

Nel tuo vuoto si riversa,

e nel tuo silenzio si svela.

Rispondere non è un atto,

è un abbandono.

È farsi onda nell’oceano,

luce nel prisma,

nota nella melodia del cosmo.

E quando finalmente ti arrendi,

scopri che la chiamata eri tu,

che il Maestro vive nel tuo respiro,

e che il sentiero è sempre stato

sotto i tuoi piedi.

Allora, ascolta.

Non fuori, ma dentro.

La voce del silenzio

è la tua vera casa.


Mi lascio sorprendere 

Dio mi ha fatto una sorpresa oggi: ampio soleggiamento al mattino e al pomeriggio, nubi sparse di passaggio alla sera. Durante la giornata di oggi la temperatura massima vienr registrata alle ore 14 e sarà di 20°! It's the cat's pyjamas! 

La resurrezione di Cristo è come un'antica orchestra cosmica, che trasforma il suono delle corde spezzate in una sinfonia eterna. I discepoli diventano particelle quantistiche di luce, inviate a ogni angolo del cosmo, come onde sonore che attraversano la vastità dell'universo, per intrecciarsi con le ombre e spezzare la tirannia del buio. La Buona Notizia si diffonde come un'onda gravitazionale: invisibile ma potente, capace di curvare il tessuto del tempo e dello spazio, sussurrando che la morte è solo un’illusione, un'eco che svanisce nel grande Tao della vita, come il respiro del vento che accarezza le coste siciliane.

Cristo non è un conquistatore, ma un giardiniere che pianta semi di grazia nelle crepe più profonde delle nostre esistenze, proprio come i pescatori di Portopalo di Capo Passero che, con pazienza, gettano le reti nel mare per raccogliere ciò che la sua vastità offre. E come il Tao invita a fluire senza forzare, così la grazia si diffonde senza clamore, trasformando ogni roccia arida in una sorgente. La fisica quantistica si inchina davanti a questa danza divina, scoprendo che l'interconnessione è il linguaggio segreto del creato, un linguaggio che risuona in ogni granello di sabbia, in ogni battito di cuore, nell’ondeggiare delle alghe nei fondali cristallini di un mare siciliano.

In questa metafora surreale e spirituale, il battito delle ali di una farfalla sul mare di Portopalo potrebbe mutare il destino di un'intera galassia, così come un gesto d’amore ispirato dalla fede, simile alla luce che riflette sulla superficie del mare, può riscrivere l’armonia del mondo. Ogni piccola azione, come un sussurro tra le onde, ha la potenza di cambiare il corso del cosmo, poiché ogni attimo è connesso all’infinito.


Un'improvvisazione

Devi convincerti che sei tu il più forte,

quando lasci andare la paura di ciò che non puoi controllare

e ti affidi alla bellezza che danza nel mondo,

quando capisci che il vero riposo sta nel galleggiare tra le onde della vita, la vera forza sta nel fluire, la vera altezza sta nel ritrovare armonia.

Quando il sole illumina il tuo cammino e la luna ti guida nei sogni,

quando ogni passo è un atto di amore verso te stesso e verso gli altri,

e l’universo sembra sussurrarti: "Sii sereno, sii luce."

Sei tu il più forte

quando non cedi alla superficie, ma cerchi il cuore delle cose,

quando nella tempesta resti saldo e in silenzio ascolti la tua anima,

quando la compassione ti fa bruciare come il fuoco,

ma è proprio quel fuoco che purifica e fa crescere.

Quando impari che la verità è spesso nascosta tra le pieghe dell'imperfezione,

ma è lì che si trova la più grande forza.

Sei tu il più forte

quando ti ritrovi davanti a te stesso e alla tua vulnerabilità,

quando lotti per qualcosa che non si vede, ma che senti nel profondo,

quando, invece di fuggire, affronti la vita con umiltà,

perché sai che ogni difficoltà è una lezione da apprendere,

ogni sofferenza un’opportunità per crescere.

Sei tu il più forte

quando non ti arrendi all'ordinario, ma cerchi la poesia che sfiora il divino,

quando apri il cuore alle sfumature dell’anima,

e ogni incontro diventa una danza, un passo verso l’amore.

Quando, pur nel caos del mondo, scegli di rimanere in equilibrio,

lasciando che la bellezza ti guidi,

perché solo la bellezza, come il sole che sorge,

ha il potere di guarire, di rinnovare.

Sei tu il più forte

quando decidi di non abbassarti alla mediocrità,

ma ti spingi oltre,

oltre le paure, oltre le barriere,

oltre i sogni infranti,

oltre "a mio aggio"

perché, come un fotone che attraversa l’oscurità,

tu scegli di brillare,

di farti luce e, attraverso quella luce,

dare speranza al mondo che ti circonda.


Cuori coraggiosi, anche oggi, non temere:

Una notte, in visione, il Signore disse a Paolo: “Non aver paura: continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso”. (Atti 18,9-10)

Vi ringrazio dell'ascolto!

Buona vita oggi!

VVB!


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